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Terroni

 

Ho appena finito di leggere il libro “Terroni”, di Pino Aprile, sulla storia del Sud Italia dall’Unita’ ad oggi. Molti anni fa avevo letto “La conquista del Sud” di Carlo Alianello, sul piu’ ristretto tema della unificazione dell’Italia, nel 1861. Dovessi sintetizzare  le mie reazioni alla lettura delle dolorose pagine di “Terroni” direi solo: sconvolto, sono sconvolto. La tesi unica che corre in tutto il libro puo’ dirsi cosi’:  nel 1861 ci fu una annessione  forzata del Regno delle Due Sicilie al costituendo Regno d’Italia (ricordo che Settefrati apparteneva al regno Borbonico, il confine con lo Stato Pontificio passava a Casamari, a Pontecorvo c’era una enclave pontificia), annessione forzata che Alianello chiama conquista, e che fu fortemente osteggiata dalle popolazioni del Regno di Napoli, o delle Due Sicilie o Borbonico. Perche` sconvolto?  A scuola ci avevano insegnato che un manipolo di patrioti,  i cui nomi “indiscutibili”  sono Garibaldi, Cavour, Vittorio Emaniuele II, liberarono il Sud dalla mala amministrazione borbonica, che il Regno delle Due Sicilie era la negazione di Dio e che la liberazione  si svolse nel quasi plebiscitario consenso di quelle popolazioni oppresse. C’e’ un solo paese in Italia che non abbia intitolato una piazza, o una strada o una scuola , o eretto un monumento, a Garibaldi? Ed invece…….

Vi dico subito cio’ che di enorme viene detto da Pino Aprile :

 

-L’opposizione alla annessione del Regno delle due Sicilie al nascente Regno d’Italia fu lunga e cruenta e secondo stime di inascoltati ma valenti storici i morti sarebbero stati centinaia di migliaia, secondo alcuni i morti furono un milione;

 

-Brigante, parola che si e` voluta caricare di significati negativi: era un uomo che alla perdita di troppe cose, ha preferito combattere, pur con probabilita' bassissime, quasi nulle,  di conseguire l'obiettivo di liberarsi dai "liberatori":  briganti patrioti o briganti malviventi? Patrioti come tutti  coloro che combattono contro una dura invasione della propria patria;

 

-Ricordate le Fosse Ardeatine? Trecento morti per rappresaglia ad un attentato che di morti ne aveva fatti  trenta: la proporzione di uno a dieci fu stabilita da Hitler ed attuata da Kappler; a Pontelandolfo – uno dei paesi di  Padre Pio-  nell'agosto del 1861, in un agguato furono uccisi quaranta bersaglieri  e la rappresaglia fu di quattrocento morti, come 83 anni dopo a Roma: chi fu “Hitler”  , chi fu “Kappler”: due italiani indegni, due bruti, due "liberatori".

 

- Di paesi violentati dai "liberatori" come Pontelandolfo ce ne furono decine perche’ il giogo imposto   fu insopportabile: tasse impossibili da sostenere, distruzione sistematica del tessuto sociale tradizionale, umiliazioni di ogni genere, coscrizione obbligatoria di otto anni, chiusura di centinaia di fabbriche del Sud con trasferimento delle commesse al Nord (in Calabria, a Mongiana,  c’era uno dei centri siderurgici piu’ grandi d’Europa, fu chiuso e dopo pochi giorni inizio’ la costruzione delle acciaierie di Terni).

 

-Qualche anno dopo il '61 furono espropriati gli enti ecclesiastici, escluse le Parrocchie. Da noi ci rimisero tutto la Confraternita' di Santa Maria delle Grazie ed il Santuario di Canneto. Ridicolo : la Chiesa della Madonna delle Grazie e' del Comune di Settefrati ; disgustosissimo, il Sacro Convento di Montecassino e' dello Stato Italiano, fu tolto ai monaci di San Benedetto, senza vergogna!

 

-Nel 1861 c’erano nel Regno delle Due Sicilie ben cinquemila stabilimenti industriali, alcuni dei quali ammirati da tutta l’Europa; pochi anni dopo non era rimasto praticamente nulla (da noi fu soffocato  il polo della carta di Isola Liri e quello della lana di Arpino).

 

-A decenni dal 1861 la rete ferroviaria del Sud e’ mille chilometri piu’ corta di quanto fosse al momento dell'unita’ d’Italia. Fra Bologna e Milano quattro linee  veloci, fra Napoli e Bari una sola linea…come la Roccasecca-Avezzano...... l'autostrada Salerno Reggio Calabria? .... una vergogna.... europea...

 

- Non due popoli amici che si uniscono per amore, ma un’annessione militarmente imposta ad instaurare un sistema di oppressione ferrea del Nord sul Sud,  con spoliazione metodica di tutto, (le consistenti riserve del Regno di Napoli furono usate per ripianare la montagna di debiti del Regno Sabaudo, sull'orlo della bancarotta), con disprezzo, con barbara violenza, e con una odiosa presunzione di superiorita’ che ancor oggi sentiamo aleggiare un po' dappertutto  (come sono buone le mele della Val di Non! Le arance di Sicilia? ... sotto i bulldozers...! ).   Ma purtroppo c’e’ molto di piu’.

 

- Si calcola che in pochi decenni dopo il 1861 ben venti milioni di italiani emigrano verso le Americhe, del Sud e del Nord inizialmente, poi prevalentemente verso l'America del Nord.  Perche’ emigrarono? Ci dice Pino Aprile lapidario, sicuro,  accusatorio: per disperazione…… Prima del 1861? Pochissima cosa: l’emigrazione nasce dall’Unita’ d’Italia e dalla miseria ed oppressione che essa porto’ nelle nostre terre.

 

- La mafia: esplode con l’Unita’ d’Italia, prima era ben poca cosa . La mafia e’ un antistato criminale finche’ volete, un vero cancro, ma un cancro che attecchisce e prospera nella miseria e nell’ingiustizia, e di miseria e di ingiustizia il Regno d’Italia ne porto’ tanta, tanta, e , ci assicura Aprile, ne porta ancora, e la mafia crebbe, crebbe , e cresce, divento’ ed e`  rigogliosissima, non e` mai tornata indietro: la miseria e le ingiustizie, o meglio le ingiustizie che producono miseria non sono mai mancate dal 1861 ad oggi.

 

Provo a sintetizzare : mi avevano parlato di patrioti liberatori del Sud e scopro che l’opera dei patrioti porto’ a

centinaia di migliaia di morti, porto' a

venti milioni di emigrati,  e al

crescere a dismisura della mafia, e alla

distruzione di un sistema industriale fra i piu’ avanzati ed ammirati d’Europa, ad un’

occupazione militare odiosa e fratricida,

cose purtoppo di cui non si parla, cose che sembra non interessino quasi nessuno.....

 

- Quando penso alla tristezza dei vicoli nostri disabitati,  negli inverni interminabili, quando penso ai nostri terreni offesi, feriti, assediati da parassiti vegetali ed animali,  come giardini che si trasformano in selve ostili, quando penso ad una gioventu’ che nei nostri paesi e nelle nostre citta’  non sa’ piu' dove sbattere la testa, non me la sento piu’ di celebrare prossimi anniversari,  non celebrero' nulla, voglio solo capire meglio … voglio la verita’ .

 

- Molti dei nostri emigrati non hanno mai voluto far ritorno in Italia, nei paesi d’origine, per molti la fuga fu troppo dolorosa, fu peggio della morte…

 

Pino Aprile, come ogni genuino uomo del Sud ama la natura, gli alberi, te ne accorgi quando parla dei Forestali di Calabria, del pino lobricato e, soprattutto, dell’olivo. Una storia molto dolce ed amarissima. In Calabria ci sono degli oliveti strani. Ai vertici di una matrice di 10-12-15 metri per lato non c’e’ un solo olivo ma alcuni antichissimi olivi posti a due-tre metri di distanza l’uno dall’altro; non una matrice di singole piante ma una matrice di grappoli di olivi. Le cose stanno cosi’: l’olivo e’ molto longevo, e, se il gelo non lo uccide,  puo’ vivere migliaia di anni, sempre che l’uomo lo aiuti un poco, tenendolo libero da piante che tenderebbero a coprirlo, a soffocarlo (querce), tenendo un po' aerato il terreno intorno al tronco, ripulendolo dal seccume…. senza un minimo di amore, di cure, abbandonato, l'olivo inselvatichisce, avvizzisce, muore. Per vecchiezza il tronco dell’olivo puo' parzialmente seccarsi, negli anni, per esempio secondo un diametro massimo. Il seccume del tronco avanza in profondita’ al ritmo di un millimetro all’anno. Nella stessa direzione del procedere del seccume la parte viva del tronco si espande anch’essa di un millimetro all’anno; conclusione : un ulivo antico e dal tronco mezzo secco si muove in direzione opposta al suo seccume di un millimetro all’anno. Dopo tremila anni gli olivi si sono mossi dall’asse originario di circa tre metri, ed  e’ quello che e` successo in alcuni oliveti calabresi. Bellissimo: si avvalora la leggenda che Enea e gli scampati di Troia piantassero olivi in Calabria,  tremila anni fa. Orribile: dopo tremila anni di vita questi oliveti stanno morendo, nessuno piu’ li cura, i piu’ sono in USA o Germania, gli altri in Nord Italia, dopo tremila anni l’eredita’ di Enea muore….. orribile...… . Dopo tremila anni gli olivi di Enea stanno morendo nell'anima di tutti noi, stanchissimi  uomini  delle comunque mitiche terre di Mezzogiorno ....

 

Domanda: da dove nasce il disprezzo verso il Sud e i suoi abitatori, ovvero da dove il Nord attinge la sua falsa convinzione di superiorita’?  E perche’ gli uomini del Sud che pur diedero tanto filo da torcere ai romani, si sono arresi psicologicamente e non sanno,  e non vogliono sapere, e si lasciano andare?  Ne riparleremo.

 

Antonio Vitti - 24 Ottobre 2010