Renato Vitti

Relazione sul terremoto 1984 pubblicata sul rendiconto della Festa di Canneto

 

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  Una bella relazione sul terremoto del 1984 scritta da Renato Vitti nel 1984, a quel tempo (e tuttora) valente tecnico comunale, che in questo suo ruolo visse in primissima  fila  quei brutti giorni. Dopo 18 anni e' possibile dire che la gran parte dei problemi che il terremoto pose sono stati risolti abbastanza bene o bene, tout court, salvo un problema che ancora si pone e che evidentemente non e' stato ben gestito. Ci si riferisce al problema del restauro della Chiesa di Santo Stefano, che sta diventando un incubo. C'e'   da pensare che per Santo Stefano siano stati commessi errori, errori di omissione, di sottovalutazione,  di  inerzia, di rassegnazione davanti ad ostacoli che si potevano e dovevano superare; purtroppo   il paese , nelle sue pur oneste  rappresentanze, si e' dimostrato incapace di ottenere risultati definitivi in tempi ragionevoli. Non credo che qualcuno abbia qualche peso sulla coscienza. Non lo credo , no , non lo credo. Credo invece che una sorta di sfiducia , di senso di impotenza e di pessimismo abbia prodotto effetti devastanti: piaccia o non piaccia e' una vergogna che dopo 18 anni, ripeto 18 anni,  si sia ancora in alto mare...... pensavamo che scempi di questo genere non fossero per noi, (salvo poi ricordarci della demolizione della Torre e della recinzioni di Capod'acqua.....e mi fermo qui..). Naturalmente e' una vergogna per l'intero paese anche se ripeto, e sono sincero, non credo nel modo piu' assoluto in colpe locali in senso stretto. Dicevo che e' un incubo e lo e' : pensare che anche un minimo di soccorso economico, fatto gia' di per se'  abbastanza insolito, che e' stato tentato a Stamford, negli USA, stenta a finalizzarsi per ragioni non importa quali nel caso particolare ma riconducibili anche in questo caso a inedia,  che non promette nulla di buono. Absit iniura verbis: non ce l'ho con nessuno ma Settefrati e'  inconcludente. Speriamo bene. La terribile lezione del terremoto si chiama Chiesa di Santo Stefano. Che peccato. Sara' bene non dimenticare. Stavolta firmo:

Antonio Vitti

8/5/2002