Antonio Vitti

Terremoto, la Madonna a Santa Felicita.

Ricordi.

 

 

Era il mattino del 12 maggio 1984, a S.Felicita’ dove ci eravamo tutti rifugiati dopo le terribili scosse di terremoto del 7 e dell’11 maggio. Eravamo stanchi dopo quattro giorni di paura, di disagi, di preoccupazioni. Settefrati era ed e’ un paese languente senza grandi prospettive ed il colpo del terremoto poteva  solo peggiorare una situazione generale che dir precaria e’ dir poco ( i catastrofisti dicono ancora, hanno sempre detto che Settefrati e’ un paese morto). Una cupa atmosfera aveva avvolto le nostre menti, le incertezze erano tante, gli unici momenti di  rilassamento, almeno per alcuni di noi  erano, a sera, riunirsi sotto una tenda a chiacchierare, a bere qualche bicchiere. Bruttissimi giorni, ma anche giorni di fraternita’ e di solidarieta’, con alcune immancabili ma pur sempre dolorose dolorose defezioni. Un tempo orribile, pioggie continue e freddo, bambini che continuavano a giocare ma meno, organizzazione non perfetta ma comunque sollecita, con diversi volontari che si prodigavano per le esigenze piu’ impellenti. Non era stata ancora capita la portata dei danni, da S.Felicita sembrava tutto intatto, purtroppo non era cosi’.  Io ci avevo anche pensato, la Madonna e’ ancora nella Chiesa, e la Chiesa e’ pericolante. In quell mattino del 12 maggio Don Antonio Sacchetti mi porta alla Chiesa, insieme a Michele Bove, manovratore dell’argano che solleva la Statua, e “caliamo” la Madonna nella piu’ triste delle calate. La portiamo dentro un’automobile a S.Felicita , esponendola. In un nonnulla la Chiesa si riempie, e non vi sono canti, non vi sono preghiere,  si sta solo vicini, non c’e’ bisogno d’altro, come in quegli incontri dopo le disgrazie, il silenzio e’ l’unica voce possibile. Potete immaginare cosa significhino questi ricordi, che riaffiorano ora dopo 19 anni per via del tentativo di riaprire la Chiesa che e’ ancora chiusa.  Nella mia vita si apri’ come una parentesi, in quel mattino del 12 maggio 1984, spero di chiuderla il prossimo 14 agosto quando la Madonna tornera’ a casa sua; se sara’, e puo’ e deve essere, si sciogliera’ il canto, il silenzio non sara’ indicato, anzi bisognera’ festeggiare a modo nostro, o meglio anche a modo nostro. Se il mio amico Tobbitto mi vuol far morire contento quella sera faccia in modo che parta una granata come non ce ne sono state mai, una granata potentissima e bellissima, che liberi per sempre la mia anima dalla paura del terremoto.  L’amore per il mio paese si transfigura nell’amore sublime per la Madonna dolcissima e bellissima di Settefrati, ed io sono di quella non so’ quanto numerosa particolare genia di Settefratesi che vorrebbero venerarla sempre solo con i fuochi artificiali che  vorremmo potentissimi senza limite alcuno, infiniti, .... siamo fatti cosi’. Ed in quelle sere in cui Settefrati si incendia d’Amore e di Gloria, nelle sere del 22 Agosto ammiriamo i fuochi   artificiali e tremiamo alla sola idea che essi non siano adeguati all’infinito amore che nel fondo del nostro cuore e dall’eternita’  rechiamo alla Santissima Madonna di Canneto. 5/3/03