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La raccolta delle olive.

 

Belle foto di Patrizia Blandi.

 

La nostra generazione del dopoguerra è sottoposta a stravolgimenti, a perdite di punti di riferimento in tutti i settori. No, non sto parlando della situazione politica più o meno fiorita, ma del fatto che soprattutto,certe attività del mondo agricolo non hanno più i tempi, le modalità e le stagioni da sempre legate ad esse.

Mi riferisco ,in particolar modo,alla produzione del’olio con raccolta, frangitura e conservazione delle olive. Ai tempi di mio padre, un anticipo di raccolta veniva effettuata subito dopo l’otto dicembre,la festa dell’Immacolata Concezione, e serviva essenzialmente per produrre l’olio necessario alla frittura di crespelle e dolci natalizi. La raccolta riprendeva dopo le festività natalizie e si protraeva fino a febbraio inoltrato.

I forti venti ,le nevicate e la protratta maturazione determinavano la caduta delle olive  e la raccolta spesso veniva effettuata per terra con immaginabili disagi. Le olive non venivano macinate subito ma spesso tenute stipate in sacchi tenuti vicino a camini o in cantine umide. Era la sagra dell’acidità e dell’olio lampante (lampante perché buono solo come combustibile di lanterne ad olio).

I frantoi ,poi ,pur effettuando quasi turni continui, molivano pochi tomoli al giorno in quanto la macina veniva trainata da un asino o da un mulo.

Una volta torchiata la pasta, il capo frantoiano provvedeva con una “piattella”a dividere l’olio buono da quello con presenza di morchia e residui vari.

Ricordo che mio padre era molto orgoglioso di avere ,come capo frantoiano, Pietro Capocci che svolgeva il suo lavoro con molta competenza.

Ora, sotto i vostri occhi si squadernano una serie di foto ,scattate da Patrizia Blandi, relative alla raccolta effettuata nei giorni scorsi presso la Canala.

Rispetto alle vecchie tecniche, sembra fantascienza.

I tempi di raccolta  sono stati anticipati alla metà di ottobre e ,più propriamente,quando l’oliva inizia l’invaiatura,cioè quando la polpa vira dal verde intenso ad una colorazione rosso porpora – nero.

E’ la fase magica che segnala la presenza del maggior numero di polifenoli, cioè fase ottimale per ottenere un olio di qualità. Gli strumenti, poi, utilizzati sono abbacchiatori ad aria compressa e reti forate che oltre a raccogliere attenuano la caduta e i relativi ematomi oleari nei frutti. Messe in cassette finestrate, le olive vengono portate ,nel più breve tempo possibile, ad un frantoio.

Quante cose sono cambiate. Dal punto di vista tecnologico sicuramente in meglio. Dal punto di vista di rapporti umani, invece, c’è stato uno scadimento.

Durante la raccolta, anche dovuto all’eccessivo rumore dei macchinari, è scomparsa quella rete umana fatta di racconti, di canti , di aneddoti che univa le persone e che stemperava la fatica del lavoro.

Ma , al tramonto, quando dalla chiesa di Pietrafitta  arrivano i rintocchi dell’Angelus, il cuore si genuflette ancora, come sempre, per ringraziare , come nel quadro di Millet, la grandezza e la generosità della Divina Provvidenza.

Settefrati 24 ottobre 2012,

 Festa di Sant’Antonio Maria Claret,

Aldo Venturini

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