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Il Museo Meucci Garibaldi

a  Staten Island – New York

Da tanti anni ne sapevo l’esistenza ma, per un motivo o per l’altro non c’ero mai stato.  Sabato scorso [26 ottobre 2013] mi sono deciso e, prese le necessarie informazioni preliminari  on line, ho visitato il piccolo museo Meucci Garibaldi a Staten Island, ad un miglio dal ponte di Verrazano, altro nome italiano, fiorentino, come Meucci.  Il museo e’ piccolo e non e’ nemmeno molto visitato, forse perche’ e’ fuori mano (Staten Island e’ uno di quei luoghi dove ci devi andare apposta) e non ci sono grandi attrazioni.  Ma per uno come me che si considera un patriota, cresciuto  con il mito di Garibaldi da un lato, per via del Risorgimento,  ed ancora orgoglioso della genialita’, dell'inventiva italiana, in tutti i campi,  andare al Museo Meucci Garibaldi e’ certamente andare in visita, ma e’ anche (ancora!!) andare in pellegrinaggio. L’edificio e’ modesto, in un normalissimo quartiere residenziale , con un bel prato , non grande, ed alcuni alberi vetusti e pacifici, che si sono gia’ colorati dei colori dell’autunno, alberi belli e tristi.  CONTINUA >>

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Fuori un monumento ad Antonio Meucci, all’ingresso della casa un cartello vistoso con il nome di Giuseppe Garibaldi, eroe dei due mondi. All’interno , piano terra una sala dedicata al Meucci, un’altra sala dedicata a   Garibaldi,. Al piano superiore e’ aperta al pubblico la camera da letto di dell’Eroe. Fra i cimeli che mi hanno colpito  un prototipo del telefono di Meucci (I tamburi su cui erano avvolte le bobine di rame erano in legno), alcune pagine di una relazione tecnica sui suoi esperimenti; una pianola, una sedia a dondolo, molte stampe, pagine dedicate all’odiosa vicenda che vide il nostro emigrato,  che si guadagnava da vivere facendo candele mentre la moglie faceva la sarta,  vedersi letteralmente rubata l’idea da Bell che divenne super ricco mentre il povero Meucci pativa gli stenti. Garibaldi stette a casa Meucci per un paio d’anni, ed anche lui fece candele con il suo amico; lessi anni fa che l’Eroe andava ogni venerdi a Manhattan a giocare a tressette in un Club di italiani, ne sorrisi beato, e tutte le volte che vado al Club Settefratese di Stamford, per il tressette, ma non solo, io ricordo Giuseppe Garibaldi. I cimeli dell’eroe presenti nel piccolo museo non sono molti ma comunque interessantissimi: 3 fucili, due pipe, due berretti, due camicie rosse, alcune onorificienze, una serie di foto dei monumenti che il mondo intero gli ha eretto, fra I quali quello di Pisa  che mi e’ caro in modo particolare. Anche a Settefrati, oltre che a Roma e praticamente  in ogni paese o citta’ italiana, c’e’ un monumento, una lapide, una piazza una via intitolata all’Eroe Italiano : la lapide settefratese recita: “A Giuseppe Garibaldi “  Eroe dei due mondi.,,,e continua con molta retorica ma grande affetto…etc, etc..

Meucci: sapete dirmi, potreste voi  immaginare cosa sarebbe il mondo senza il Telefono di Meucci, o senza la Radio di Marconi … il genio italico  ha impresso  con le intuizioni, che poi furono idee, che furono esperimenti, progetti, prototipi, ha impresso un’accelerazione dirompente al progresso dell’umanita’; Marconi fu piu’ fortunato nella vita, ma Meucci fu un genio  anch’egli, pur se nella sfortuna e nella sofferenza, e noi italiani, che abbiamo sotto i nostri occhi ogni giorno vomitevoli sconcezze  di  ladroni e di chiacchieroni senza pudore,  abbiamo la gioia di poter dire che i nostri Meucci  e Marconi hanno aiutato l’uomo: so che mi ripeto ormai troppo spesso, ma, ripeto, diceva Cecov che l’elettricita’  ed il vapore sono grandissimi amici dell’uomo;  ispirati da Cecov viene da dire che i padri dell’elettricita’  e del vapore e della radio e del telefono sono  grandi benefattori che ci riconciliano con l’umanita’; ed in particolare Meucci e Marconi ci fanno amare ancora, nonostante tutto, la nostra patria.

 

 

 

Garibaldi: il Risorgimento non fu tutto oro, ci furono crimini odiosi di italiani contro italiani, ma l’unita’  d’Italia e’ un valore, e l'unita’ d’Italia andava fatta, e cio' comporto' il dover piegare resistenze tanto anacronistiche quanto egoiste: ed ecco l’Eroe che con ardimento e con gioia prende l’iniziativa e catalizza le energie di una buona parte del popolo nostro.  Per quello che io credo di aver capito Garibaldi non fece mai del male alla nostra patria, anzi...., anche se sparo’ : gli eventi tristi di italiani contro italiani non ebbero mai accondiscendenza da Garibaldi e quando ci fu violenza  egli si ritiro' nella sua Caprera a coltivare la terra, altra cosa che in lui abbiamo sempre ammirato, ai limiti dell’adorazione.

 

Grande Antonio Meucci, grande Giuseppe Garibaldi, campioni di un grande ed antico popolo,  di grande ed antica civilta’. Grazie Meucci, grazie Garibaldi; e grazie Dante, Petrarca, Boccaccio, Leopardi, Fermi, Marconi, Natta,  grazie perche’ ci aiutate a vivere la nostra identita’, che molti mascalzoni ogni giorno vilipendono, e sfregiano per sordidi motivi.

Antonio Vitti - 1 novembre 2013

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