Comunita’, Corpo Mistico

 

Warning: cio' che segue e' scritto con la massima precauzione e con sacro rispetto, ma trattandosi di interpretazioni forti di passi scritturali e dottrine un po' ai limiti del comune sentire e del mio sentire, non posso escludere che potrebbe contenere errori, forse anche gravi. Cio' non di meno ho voluto osare perche' la possibilita` di fare un po' di bene, magari ad un solo fratello, vale molto piu' del rischio di dire cose errate, per le quali comunque ci sarebbe sempre tempo di correggersi; c'e` da pensare che la paura che paralizza non e` di buona marca, e che un po' bisogna rischiare.... D'altra parte noi non siamo mai soli e il Buon Dio non ci lascia mai, nemmeno per un solo istante;   Egli non permetta di far fare del male a chi si propone di fare del bene.  Ad ogni modo, nel nostro caso, si tratta anche di esercizi "letterari", e questi sono sempre legittimi, ancorche`, come i miei,  di scarso valore.

Religione, etimologicamente "rilegare" ; ma rilegare cosa?  Prima di capire "cosa" diciamo che, si tratta di ri-legare  qualcosa che era un tempo legata, quale che essa sia; qualcosa che si e` poi "slegata", si e` "sciolta", si e` "disunita", e da qui tutti i guai,  ma anche l’indicazione certa che lo slegarsi, il “litigare”, e` successivo, viene dopo, e che non e’ antico come l’originario stare uniti, come l'iniziale stare  “legati”, come l'iniziale stare insieme. Rilegare e` quindi una cura, la soluzione di un problema, di un malanno, di una sciagura,  intervenuta  successivamente alla creazione, dopo l'inizio. E cos’e` che prima era unito, che poi si e` slegato, e che con tanta fatica e difficolta` si cerca di rilegare? E` "tutto": sono le relazioni fra Dio ed il Creato ed ogni Creatura, fra ogni Creatura e tutte le Altre ed ogni Altra.

Si potrebbe dire che piu’ che rilegarsi o che, oltre che a rilegarsi o ad essere gia’ rilegati, e` importantissimo credere che ci si possa rilegare, o credere che si sia gia’ rilegati? Certo che si puo’ dire, dobbiamo credere che siamo in una Unita’ voluta da Dio – ut unum sint, affinche` siano una cosa sola, questo l'estremo desiderio del Maestro morente -  una Unita’ voluta dall’Uomo-Dio che si immolava, e della quale  Egli stesso era simbolo e sostanza.

Che il problema possa essere piu’ il recupero della consapevolezza dell’Unita’  che lo stesso  recupero dell’Unita’ potrebbe derivare anche da una considerazione sul peccato originale, che e` materia ostica da comprendere e da accettare, un mistero profondo. Infatti, posso capire che io ed altri possiamo nascere  con un grave malanno, con una terribile tara,  e che tale tara possa   essere spirituale  oltre che fisica o psicologica, lo capisco, lo accetto, no questions about… ma se detto malanno, detta tara, e` anche e soprattutto una colpa, colpa che viene prima delle conseguenze che   ha comportato, e se questa colpa e` anche mia, se e` un peccato anche mio, o se detta colpa e` tutta mia, anche se non esclusivamente mia,  cosa ne debbo pensare, quale insegnamento posso trarne, quale le implicazioni che mi e` dato di capire?

Perche` una colpa  commessa in un tempo immemore, della quale non so nulla o quasi nulla, perche` questa colpa mi pesa cosi’ tanto, perche` essa mi ha rovinato, perche` ha rovinato tutti  ed ha reso necessario l’intervento di Dio stesso per sanare le cose? Cosa c’entro io con Adamo ? Che rapporto mi lega ad Adamo? ( Attenzione , non chiedo: “perche` dovrei pagare le colpe di Adamo”:  pur se in questo istante non saprei dire il perche` avverto che chiedermi “perche’ dovrei pagare le colpe di Adamo “  sarebbe blasfemo, lo avverto con chiarezza, .... c’e’ dell’altro….)…

Meglio quindi chiedersi: che rapporto mi lega ad Adamo?  Azzardiamo: ad Adamo mi lega lo stesso rapporto che mi lega a Cristo: prima della creazione del mondo il Padre ci ha scelti in Cristo. Con il Battesimo e con la Fede siamo,  con Cristo, io ed Adamo ed ogni altro fratello nella Fede, o forse io ed Adamo ed ogni altro fratello, o forse io ed Adamo ed ogni altra creatura, siamo una cosa sola, ontologicamente Una, e pur nella distinzione fra le singole membra, siamo tutti lo stesso Corpo, unico, molteplice, indivisibile; ognuno e` ogni altro e tutti, ognuno e` Cristo; questo e` l'organismo complesso che chiamiamo Corpo Mistico del Signore, con a Capo Gesu’ di Nazaret, il Creatore, il Salvatore, il Redentore, il Maestro, l’Amico:  la Bellezza cosi' Antica e cosi' Nuova di Sant’Agostino !!!

Piu’ o meno cosi’: dalla fondazione del mondo scelti in Cristo dal Padre a formare il Corpo Mistico di Cristo, la sola e vera ed unica Comunione, rispetto alla quale tutte le fraternita’ e comunita’ ed associazioni sono solo debole eco. Nella nostra comune appartenenza al Corpo Mistico, anzi, piu’ radicalmente, nel nostro comune essere Corpo mistico  e’ il vero rilegarsi, o meglio, il riprendere consapevolezza di partecipare della Unita’  e  della Molteplicita' del Corpo di Cristo: quel Mistico Corpo del Signore per cui  ciascuno di noi e’ Cristo stesso ed ogni fratello, ognuno di noi conservando la propria Identita'  di Opera Unica dell'Unico ed Eterno ed Altissimo Iddio.  Questo e’ il rilegarsi, non altro; e questo e’ il solo fondamento di ogni societa’  umana che non abbia mai a dimenticare  di essere Corpo Mistico del Signore, e che non escluda Dio dalla propria vita, dal proprio agire : una comunita’ Sacra.

Nell’Unica Vera Comunita’ del Corpo Mistico si condividono  meriti di tutti, ed in primis i meriti del Capo, cioe’ di Cristo ed a seguire di tutti i Cristiani e si e` solidali nel pagare le pene del peccato da chiunque commesso secondo l’altissimo esempio di Gesu' e dei Santi Suoi (pensiamo ai 50 anni di stimmate di Padre Pio !): lo schema sembrerebbe essere: partecipiamo dei meriti di Tutti, paghiamo per le colpe di Tutti in una solidarieta’ universale  fondata non su un patto notarile o su un giuramento, ma sul nostro essere noi stessi e tutti gli altri e ciascun altro, nel Corpo Mistico di Cristo, sul nostro essere Corpo Mistico, Gesu’ compreso, pur permanendo noi nella nostra intangibile unicita’ di singoli membri, con le proprie colpe ed i propri  meriti personali, colpe e meriti che tutti i fratelli nostri dualmente condividono con noi in una solidarieta' universale che, repetita iuvant,  non annulla meriti e colpe dei singoli.  

Antonio Vitti - 14 gennaio 2011

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